Il gruppo a difesa della libertà religiosa “Barnaba Team” racconta la situazione dei cristiani in Sudan: «Le chiese vengono demolite, le scuole chiuse, i cristiani arrestati».
«La persecuzione dei cristiani in Sudan, oggi al 98% musulmano, è aumentata bruscamente dopo la secessione del Sud Sudan».
Recita così una nota inviata all’agenzia Fides dal gruppo “Barnaba Team”, impegnato per la difesa dei cristiani e della libertà religiosa.
«CHIESE DEMOLITE». «Le chiese vengono demolite, le istituzioni cristiane e le scuole chiuse, i cristiani arrestati, lavoratori cristiani stranieri espulsi e le pubblicazioni cristiane sequestrate», continua il comunicato che testimonia l’aggravarsi della persecuzione dei cristiani nel Sudan dalla secessione del Sud avvenuta nel luglio 2011.
APOSTASIA PUNITA. Il presidente sudanese Omar al-Bashir ha dichiarato più volte di voler rafforzare la sharia per rendere il paese al 100 per cento islamico. A testimonianza di questo, circa 170 persone tra il 2011 e il 2012 sono state imprigionate per apostasia, reato punibile con la pena di morte in Sudan, in accordo con la legge islamica.
VIETATO COSTRUIRE CHIESE. Secondo fonti citate da Fides, le autorità sudanesi stanno cercando di rintracciare tutti i musulmani convertiti al cristianesimo per punirli. Ma si aggrava anche la situazione delle organizzazioni cristiane: nell’aprile scorso, il governo ha annunciato che non permetterà più la costruzione di chiese nel paese. A fine giugno, la polizia ha compiuto un raid negli uffici della Chiesa Evangelica Presbiteriana con lo scopo di sequestrarne le proprietà.