Scritte inquietanti. O almeno di cattivo gusto. Dopo lo sfregio alla chiesetta dei Santi Cosma e Damiano ad Arsago Seprio, un altro fatto accaduto l’altra notte ha preso di mira la chiesa parrocchiale di Casorate Sempione, colpendo per la seconda volta un’intera comunità pastorale.
Con la vernice nera, gli ignoti vandali hanno lasciato ingiuriose scritte e intimidazioni contro “i preti” sulle pareti esterne della chiesa («Più preti morti»), mentre il sagrato è stato imbrattato con vernice bianca e con frasi dal significato non certo chiaro. Avvenimenti che si uniscono ad altre situazioni analoghe: circa un mese fa era apparsa il simbolo della “A” di anarchia sulle mura del centro Caritas, e in passato c’erano stati atti di vandalismo sulla stessa chiesa, anche se molto più piccoli rispetto a quanto accaduto l’altra notte.
Il parroco, don Stefano Venturini, che è responsabile della comunità pastorale dei Santi Paolo e Barnaba, che unisce Arsago Seprio e Casorate Sempione, ha già presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri e lancia un appello: se qualcuno avesse notato movimenti strani, o sospetti, l’invito è quello di segnalarlo, anche al parroco stesso. Ipotesi su chi abbia potuto compiere il vile gesto non ce ne sono, anche se non sembra si tratti della stessa mano che ha deturpato la chiesetta della vicina Arsago Seprio, dove comunque i lavori di sistemazione sono a buon punto, anche grazie alla «bella solidarietà» che don Stefano sottolinea si è levata attorno al luogo sacro. Anche lì, mani ignote hanno lasciato, all’inizio del mese, scritte vergognose sulla facciate della struttura medievale, patrimonio artistico di grande importanza sociale e culturale, oltre che religiosa.
Entrambi sono comunque fatti gravissimi, che hanno toccato profondamente la comunità dei due paesi poco distanti tra loro. «Quanto accaduto è un fatto di inciviltà gravissimo – sottolinea da parte sua la sindaca di Casorate Sempione, Pinuccia Quadrio -, sia per il luogo, sia per le persone che lo frequentano. Questo è un luogo pubblico e va rispettato, così come vanno rispettati tutti i luoghi pubblici: quest’atto non ha nessuna giustificazione».