Il loro canto è segno dell’incrollabile volontà dei cristiani cinesi di continuare a seguire il Signore nonostante la persecuzione del PCC.
Il confronto tra i cristiani di una chiesa delle Tre Autonomie e l’amministrazione della contea di Fan, nella prefettura di Puyang, nella provincia centrale dell’Henan, si è protratto fino alle 3 del mattino passate del 19 settembre. L’ordine di rimuovere le croci delle chiese impartito dal Partito Comunista Cinese (PCC) ne è stato la causa.
I fedeli, infatti, non volevano proprio saperne, benché numerose altre chiese del posto avessero già tolto le loro croci.
Verso le 5 del pomeriggio, il personale di vari dipartimenti, tra cui le sezioni della Commissione per gli affari etnici e religiosi della città di Puyang e dell’Ufficio per gli affari religiosi della contea di Fan, è artivato alla chiesa delle Tre Autonomie del villaggio Luji, nella municipalità omonima. Sul posto erano anche arrivate due grosse gru e due operai incaricati di rimuovere la croce della chiesa. Il pretesto usato era che la chiesa non disponeva di un atto di proprietà e che il progettista responsabile della sua costruzione non era in possesso del certificato di valutazione richiesto dallo Stato.
Quando hanno saputo che l’amministrazione intendeva smantellare la croce, i fedeli arrabbiatissimi hanno immediatamente tentato di trattare con il personale governativo, ma senza successo. Quindi, anche se era notte fonda, si sono rapidamente radunati di fronte alla chiesa per impedire la demolizione.
Un fedele ha dichiarato: «Obbediamo al regime su tutto, ma non possiamo accettare che la croce venga rimossa».
Il responsabile della municipalità ha semplicemente risposto dicendo che la rimozione delle croci dalle chiese è una politica nazionale, e che se non avesse obbedito sarebbe stato licenziato.
Eppure, i credenti sono rimasti sul posto, a guardia della croce. Alla fine, non riuscendo a convincere i credenti, l’amministrazione della municipalità li ha minacciati, dicendo: «Se continuate a ostacolare la rimozione della croce, confischeremo la chiesa».
Non rimaneva altro che cedere.
Un fedele della comunità ha osservato: «Questa è una prova concreta delle violazioni dei diritti umani e della persecuzione religiosa del PCC. In Cina essere credenti sta diventando sempre più difficile».
Pur addolorati, hanno intonato un inno che dice: «Camminiamo insieme su questa strada, mano nella mano su questa strada, condividiamo l’angoscia su questa strada, non potremo mai tornare indietro su questa strada…». Molti fedeli singhiozzavano e piangevano.
Alle 4.25, la croce è stata rimossa dal tetto della chiesa.
Uno dei fedeli ha commentato: «La croce della chiesa è sparita, ma essa rimane nel nostro cuore. Abbiamo Dio nel nostro cuore».