In un momento storico che vede i cristiani perseguitati nel mondo aumentare, assumono un peso particolare le parole di papa Francesco, pronunciate durante l’udienza generale, con cui ha ricordato i molti martiri dei nostri tempi.
“La persecuzione dei cristiani è sempre lo stesso“, ha spiegato: “Le persone che non vogliono il cristianesimo si sentono minacciate e così portano alla morte i cristiani”. Ha poi proseguito ricordando il massacro dei copti in Libia avvenuto quattro anni fa: “Tutti sono stati sgozzati, ma l’ultima parola che dicevano era: Gesù. Questi sono i martiri di oggi!”. E nel corso della catechesi, che verteva sul Libro degli Atti, ha sottolineato il coraggio dei testimoni della fede: “Gli Apostoli non si lasciano intimorire da nessuno. Non retrocedono nella loro marcia di testimoni intrepidi di Gesù Risorto, come i martiri di tutti i tempi, compresi i nostri”.
I cristiani sono oggi il gruppo religioso più perseguitato del mondo. Secondo Open Doors, nel 2017 subiva vessazioni un fedele su 12; nel 2018 sono stati 4.305 quelli uccisi per la propria fede, uno su 9, di cui 3.731 nella sola Nigeria, dove il genocidio continua. Sono oltre 245 milioni i cristiani perseguitati in 73 Paesi: al primo posto, la Corea del Nord, dove sono almeno 50 mila i prigionieri dei gulag. Se in Eritrea non cessano la strage e gli arresti, in Vietnam e Laos le incarcerazioni sono all’ordine del giorno; l’Australia approva le “leggi anticonfessionale”, la Russia arresta i Testimoni di Geova e nelle Filippine le chiese sono bersaglio degli estremisti. Grave anche il quadro in Medio Oriente: in Siria, in base ai dati del Syrian Network for Human Rights, dal 2011 sono state oltre 120 le chiese bombardate. Anche il cardinale Angelo Bassetti nella sua visita in Sri Lanka ha recentemente parlato di martirio riguardo agli attacchi di Pasqua.
187 cristiani detenuti in Pakistan, 158 gli episodi di violenza in India.
Ma è la situazione asiatica quella più tragica. Soltanto in Pakistan sono migliaia i cristiani, soprattutto donne, vittime di rapimenti, violenze, discriminazioni, abusi e conversioni forzate, oltre che della legge sulla blasfemia. A febbraio risultavano essere 187 i cristiani ingiustamente detenuti, di cui circa 40 nel braccio della morte. Negli ultimi vent’anni sono stati 1.534 i credenti di varie confessioni, soprattutto musulmani, cristiani e ahmadi, accusati di questo reato in procedimenti pieni d’irregolarità, come dimostra il caso di Asia Bibi, assolta, ma anche quello del condannato Sawan Masih, che da anni affronta un calvario giudiziario. Le imputazioni sono spesso assurde, basti pensare ai coniugi Shafqat Emmanuel e Shagufta Kausar, condannati a morte perché avrebbero inviato degli SMS blasfemi. Ma nonostante le accuse strumentali e gli attacchi dei terroristi, i cristiani del Pakistan continuano a esporre le croci sulle loro case e a portare avanti il loro impegno sociale. E benché gli episodi d’intolleranza siano in aumento, spesso le minoranze si uniscono in proposte e appelli comuni, senza abbandonare, fra mille difficoltà, il processo di dialogo interreligioso. Recentemente la stessa Asia Bibi è intervenuta, dal suo rifugio segreto in Canada, per ricordare i tanti cristiani detenuti senza prove per blasfemia.
In India, la situazione non è migliore. 158 gli episodi di violenza contro i cristiani in 23 Stati della nazione nei primi sei mesi di quest’anno, in base ai dati dello United Christian Forum, in prevalenza attacchi di gruppo a fedeli riuniti in chiesa. La scorsa settimana nello Stato del Jharkhand circa 500 estremisti indù hanno devastato una scuola dei gesuiti; in un’altra diocesi due preti e un catechista sono stati arrestati con l’accusa di proselitismo. Nell’Himachal Pradesh sono state invece inasprite le norme già restrittive sulla libertà religiosa: quello delle “leggi anticonversione” è un problema sempre più drammatico. Le campagne contro cristiani e musulmani sono spesso fomentate proprio dal partito nazionalista che sostiene il premier Modi, e vanno dall’invocazione della chiusura dei centri di preghiera a proposte di legge per limitare la crescita demografica, fino alla richiesta di sterilizzazioni forzate.
In Cina i cristiani perseguitati sono centinaia, la Chiesa di Dio Onnipotente è la minoranza più colpita.
In Cina gli abusi e le violenze sono in aumento: centinaia i cristiani perseguitati dal regime, che semina il panico fra le chiese “domestiche”, cioè quelle non riconosciute dal governo. La minoranza più colpita è la Chiesa di Dio Onnipotente, i cui fedeli vengono internati e torturati nei campi di rieducazione dello Xinjang al pari dei musulmani uiguri. Nel 2018 sono stati circa 24 mila i membri di questo gruppo religioso perseguitati per la propria fede e nella prima metà di quest’anno almeno 319 sono stati arrestati. L’accordo provvisorio con il Vaticano non impedisce ai cattolici di essere vessati affinché aderiscano all’Associazione patriottica, mentre i luoghi di culto vengono chiusi, i fedeli subiscono minacce e i sacerdoti vivono sotto stretto controllo delle autorità. Martiri dei nostri tempi, in cui la libertà di religione, credo e coscienza si rivela ogni giorno più fragile e minacciata.