I fedeli si stanno dirigendo in Europa, USA e Australia.
Esodo di cristiani per sfuggire alla guerra e alla persecuzione religiosa. È quanto sta accadendo in Siria, dove i credenti devono tutti i giorni fare i conti con un doppio pericolo.
Nel nord-est della Siria, in particolare, la comunità cristiana è più minacciata che mai. Nell’ottobre 2019 si è trovata nel mezzo della battaglia tra turchi e curdi. Allo stesso tempo, le cellule dormienti dell’organizzazione dello Stato islamico sono attive nella regione e la minoranza cristiana è uno dei loro obiettivi.
Secondo quanto riportato dal giornale online Info Média Christ, il 9 ottobre 2019, durante l’operazione Sorgente di pace lanciata da Ankara al confine turco-siriano contro le Unità di protezione popolare curda (YPG), i cristiani, una minoranza, si sono ritrovati nel bel mezzo del conflitto. Nonostante due accordi di cessate il fuoco, le forze turche e i loro deputati hanno preso il controllo di una striscia di confine di 120 chilometri comprendente dozzine di località, tra cui una manciata di villaggi prevalentemente cristiani nella valle di Khabur.
Ad aggravare la situazione, anche la persecuzione religiosa. Si sono infatti attivate le cellule dormienti dello Stato Islamico, prendendo di mira la minoranza cristiana – i cui membri sono considerati miscredenti – e costringendo le truppe americane a stabilirsi nei villaggi alla fine di gennaio.
Una situazione dalle conseguenze disastrose. Mentre gli osservatori internazionali speravano nel ritorno dei cristiani nella regione, è accaduto il contrario. Un nuovo esodo della minoranza cristiana, infatti, sta avvenendo verso l’Europa, gli Stati Uniti e persino l’Australia, e coloro che se ne vanno non esitano ad abbandonare tutti i loro beni dietro di loro.
Tra coloro che hanno scelto di rimanere in Siria, nonostante il pericolo e la crisi economica, alcuni hanno preso le armi per garantire la propria sicurezza. Più di 2.000 cristiani si sono organizzati in milizie e intendono pienamente difendersi a tutti i costi dal nemico, sia turco.