In Europa sono in aumento gli atti di violenza verso i cristiani.
Lo dice l’Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i cristiani in Europa (OIDAC Europa), che in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, celebrata ieri, ha pubblicato e diffuso il suo Rapporto annuale relativo al 2022.
Nell’ultimo anno sono stati segnalati 748 casi, tra quali profanazioni, furti, aggressioni fisiche, vandalismi vari, insulti e minacce. Dati simili a quelli forniti dall’OSCE circa i delitti di odio, che segnala 792 episodi.
Gli attacchi ai cristiani sono quindi aumentati del 44% rispetto al 2021. In particolare, gli attentati incendiari contro le chiese hanno registrato un aumento addirittura del 75%.
I cristiani risultano essere quindi il gruppo religioso più perseguitato in Europa (l’OIDAC segnala 30 Paesi come teatro di violenze, mentre l’OSCE 34) dopo gli ebrei.
Anja Hoffmann, direttrice esecutiva di OIDAC Europa ha dichiarato che “mentre in passato le motivazioni degli atti di vandalismo o di profanazione delle chiese rimanevano poco chiare, oggi scopriamo che sempre più autori lasciano messaggi che rivelano un movente estremista, o addirittura affermano con orgoglio sui social media di essere i responsabili dei crimini commessi”.
Da evidenziare, comunque c’è anche una forma di violenza più subdola e pericolosa: la discriminazione. Sono diversi i cristiani che hanno perso il lavoro, sono stati sospesi o addirittura hanno subito processi solo per il fatto di aver espresso pubblicamente le loro convinzioni religiose.
Le convinzioni incriminate sono ovviamente quelle sulla famiglia, sul matrimonio, sulla vita.
Che cos’è questa se non una grave violazione della libertà religiosa? E la cosa più grave è che ciò avviene in Paesi che si ritengono fari di democrazie e civiltà.
Pensa al Regno Unito. Qui, negli ultimi anni, le limitazioni legali alla libertà religiosa e di riunione sono state ampliate attraverso le cosiddette proposte di legge sulle “zone cuscinetto”, che criminalizzano la preghiera e le manifestazioni religiose nelle aree vicine alle cliniche abortiste.
Lo stesso sta accadendo in Spagna, dove qualsiasi manifestazione di rifiuto dell’aborto, compresa la preghiera silenziosa davanti a una clinica abortista, può essere considerata una molestia nei confronti delle donne.
“Quando i cristiani saranno costretti a scegliere tra i loro valori morali e la loro professione, la società dovrà affrontare un futuro difficile”, sottolinea Anja Hoffmann. “Sensibilizzando e fornendo un’analisi completa dei diritti umani su questi sviluppi, l’OIDAC Europa spera di contribuire a salvaguardare la libertà religiosa dei cristiani e di tutti i credenti in tutta Europa”, conclude.
Come vedi, la cristianofobia non è solo un fenomeno di Paesi lontani. Purtroppo, è presente in mezzo a noi, a casa nostra.
Anche per questo la missione di informazione del nostro Osservatorio diventa sempre più urgente. Per evitare che si chiudano gli occhi davanti alle violenze contro cristiani come te e come me.
E per poter continuare a portare avanti questo lavoro ho bisogno del tuo sostegno e del tuo aiuto.
Tu ed io non facciamo come la classe politica europea, che, se va bene, volta lo sguardo da un’altra parte e, se va male, collabora attivamente nella persecuzione di noi cristiani.