Ringraziamo ancora i sostenitori di questo Osservatorio che gentilmente hanno inviato un messaggio di incoraggiamento ai sacerdoti ucraini in questo momento di dolore e di angoscia.
Vorremmo oggi aggiornarti riguardo la sofferenza di quanti in Ucraina si trovano in questo momento sotto le bombe.
È Padre Pawel Vyshkovskyy – missionario degli Oblati di Maria Immacolata (OMI) e parroco della Chiesa di San Nicola a Kiev – che ci scrive tramite WhatsApp:
“ … grazie a Dio sto bene. Gli spari dei Kalashnikov lungo le vie e le sirene non smettono di risuonare e ci entrano nell’anima togliendo la speranza di pace.
“Nonostante la paura costante prevale la forza di dare il massimo per questi nostri cittadini, cerchiamo in ogni modo di sfruttare le ore del giorno per muoverci nella città per raccogliere beni di prima necessità, latte, pane, ecc.
“Sono molti gli anziani e gli ammalati che hanno bisogno del nostro aiuto, della nostra forza, di quel poco cibo che riusciamo ad acquistare.
“Un caro saluto, grazie di tutto, pregate per noi”.
È rincuorante sapere che non solo lui e i suoi confratelli, ma anche tutti i vescovi cattolici e, per quanto sappia, anche la totalità dei presbiteri, hanno deciso di rimanere in Ucraina!
Un testimone ammirevole di una Chiesa che – senza dimenticare la persecuzione subita sotto l’Unione Sovietica – è rimasta fedele alla missione di “pascere il gregge di Dio affidato alle loro cura”. Pur sapendo benissimo che potranno essere uccisi.
D’altronde la domanda che molti ci hanno fatto è se ci sarà una persecuzione religiosa in Ucraina.
Non lo so. Comunque, secondo Open Doors – l’agenzia americana di aiuto ai cristiani perseguitati – fino all’inizio della guerra, in Ucraina non c’era persecuzione anticristiana.
Ma la guerra, sempre secondo Open Doors, potrà cambiare tutto, visto quanto è successo nella Crimea dopo l’annessione di questa penisola alla Russia, a scapito della Ucraina, nel 2014.
E questo a causa della cosiddetta legge Yarovaya, definita da molti anche “legge anti-missionari“, imposta dalla Russia dopo aver occupato la Crimea.
Sotto questa legge, Forum 18 (l’agenzia norvegese di difesa dei diritti umani), citata da Open Doors, riporta che i cristiani in Crimea hanno sperimentato una maggiore pressione attraverso “irruzioni, multe, sequestri di letteratura religiosa, sorveglianza del governo, espulsioni di leader religiosi stranieri invitati, cancellazione unilaterale di contratti di affitto e ostacoli alla riconquista dei luoghi di culto confiscati nel periodo sovietico”.
Rolf Zeegers, analista di World Watch Research di Open Doors si mostra preoccupato: “L’attuale regime russo è nazionalista e vuole che la Russia torni a essere una potenza mondiale … L’URSS era uno stato totalitario e la Russia si è mossa sempre più in quella direzione negli ultimi anni. … Come nella vecchia URSS, i livelli di sorveglianza e monitoraggio sono alti … attualmente abbiamo già le leggi Yarovaya, ma è possibile che vengano approvate norme più restrittive”.
Preghiamo perché tutto questo non si avveri.
Nel frattempo, chiedendo le tue preghiere, ti ringraziamo per seguire questo Osservatorio.