“Negli ultimi mesi, gli attacchi al clero cristiano, alle chiese e ai luoghi santi hanno destato l’ansia di molti nostri fedeli cristiani, in particolare a Gerusalemme e ad Haifa”.
Così afferma un comunicato della Commissione Giustizia e Pace dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa diffuso lo scorso venerdì 28 luglio.
Segno che la situazione in Israele, come ti ho già scritto recentemente, si sta facendo davvero preoccupante.
Ed è bene parlarne, visto il silenzio dei media dettato dal politicamente corretto.
“Sputi, abusi verbali, a volte violenze fisiche, atti di vandalismo e grafiti sui muri sono per lo più perpetrati da ebrei religiosi estremisti”, continua il comunicato.
E di fronte a questa escalation, le pubbliche autorità dell’unica democrazia del Medio Oriente tacciono.
“Purtroppo – prosegue la Commissione Giustizia e Pace –, come in passato, i responsabili dell’applicazione della legge e dell’ordine raramente identificano e arrestano gli autori di questi attacchi e ancora più raramente gli autori devono rendere conto delle loro azioni”.
Le provocazioni più recenti hanno riguardato la culla dell’Ordine Carmelitano, ovvero il Monastero Stella Maris, in cima al Monte Carmelo.
“Questo sito – sottolinea il comunicato – è visitato da centinaia di cristiani e credenti di altre religioni, sia locali che stranieri, che mostrano rispetto per il luogo e le sue tradizioni”.
“Nelle ultime settimane, tuttavia, i religiosi discepoli ebrei del rabbino Eliezer Berland, nato ad Haifa, hanno ripetutamente invaso questo santuario, affermando persino di possederlo”. Il timore è che l’azione di “una minoranza marginale possa davvero dare inizio a una tendenza da parte di altri gruppi più numerosi per prendere il pieno controllo del sito, come è accaduto in precedenza a Nablus e a Hebron”.
Ma c’è stato anche un altro gravissimo episodio di discriminazione.
Il 19 luglio, infatti, davanti al Muro del Pianto a Gerusalemme, Dom. Nikodemus Schnabel, O.S.B, abate dell’abbazia della Dormizione, è stato invitato a “togliere la croce pettorale” che portava al collo, perché questa risultava come… una provocazione! La richiesta è arrivata da una donna dipendente della Western Wall Heritage Foundation.
“Lo Stato di Israele dichiara ripetutamente di garantire a tutti i suoi cittadini la libertà di praticare la religione” ricorda Giustizia e Pace.
E allora perché non interviene per porre fine a queste vere e proprie manifestazioni di disprezzo e di odio anticristiano, oltretutto compiute prevalentemente da giovani, persino minorenni?
“Sappiamo che non siamo soli in questo appello” afferma Giustizia e Pace.
“Ringraziamo i molti che hanno espresso il loro orrore per quanto sta accadendo. Apprezziamo il lavoro delle persone e delle organizzazioni di tutte le comunità e di tutte le religioni, che cercano di combattere queste manifestazioni aggressive di disprezzo. Molti dicono che questi sono gli atti di una piccola minoranza marginale; diciamo che rimanere in silenzio e rifiutarsi di agire incoraggia questa minoranza.