In Francia c’è un vero e proprio aumento dei casi di violenza contro i cristiani e i loro simboli.
A lanciare l’allarme sono state 20 personalità francesi, appartenenti a varie associazioni e a diverse professioni, attraverso un appello pubblicato su Le Figaro.
I firmatari chiedono all’Unione europea di intervenire con decisione per porre fine alle violenze e alle discriminazioni.
L’ultimo episodio in tal senso si è verificato a Nantes, dove recentemente due suore hanno annunciato che lasceranno la città a causa dell’insicurezza. Ma ormai non si contano gli attentati incendiari e varie profanazioni avvenuti nelle chiese francesi.
Così si legge nell’appello:
“Se il preoccupante aumento della violenza contro le religioni riguarda tutti i credenti, il cristianesimo rimane l’obiettivo principale degli atti antireligiosi in Francia e in Europa”.
Ecco perché si chiede all’Unione Europea di “reagire e ricordare che tutti gli atti antireligiosi devono essere combattuti con la stessa forza”.
I dati sull’aumento della cristianofobia sono messi nero su bianco dall’ultimo rapporto parlamentare di Isabelle Florennes e Ludovic Mendes sui crimini antireligiosi e anticristiani in Francia. Anche il Ministero degli Interni francese e il Rapporto sui crimini d’odio dell’OSCE hanno riconosciuto la tendenza all’aumento dei crimini anticristiani.
“La valutazione precisa di questi atti, sia quantitativa che qualitativa, è certamente complessa, – scrivono i firmatari – ma una cosa è certa: questo fenomeno sta aumentando in portata, gravità e visibilità”.
Pertanto, diventa sempre più urgente proteggere la libertà di coscienza:
“Tutti gli atti antireligiosi devono essere combattuti con la stessa forza, perché minacciano non solo tutti i credenti, ma anche i principi fondanti della nostra civiltà, primo fra tutti la libertà di coscienza”.
E se da un lato è vero che l’aumento dei crimini antireligiosi riguarda anche ebrei e musulmani, tuttavia gli autori dell’appello sottolineano che l’Unione europea ha già chi si occupa di combattere i crimini antimusulmani e antisemiti.
Mentre ancora non esiste un responsabile per vigilare e lottare contro i responsabili di casi anticristiani:
“Per arginare questa piaga della violenza antireligiosa, che è passata dal regno della critica legittima a quello del crimine, è necessaria un’azione coordinata a livello europeo. Nell’attuazione della sua strategia contro il razzismo e gli atti di odio, l’Unione Europea ha adottato la Decisione quadro del Consiglio del 28 novembre 2008 e, come seguito, ha creato le funzioni di coordinatori incaricati della lotta contro l’antisemitismo e l’odio antimusulmano.
Se tale lotta è indispensabile, cosa che nessuno contesta, non sarebbe giusto estenderla alla lotta contro quello che deve essere chiamato anticristianesimo?”.
Non ci possono infatti essere due pesi e due misure.
Oppure è vero, come sosteneva già venti anni fa lo storico e sociologo americano Philip Jenkins nel titolo di un suo libro, che l’anticattolicesimo (perché sono tra i cristiani sono proprio i cattolici quelli più colpiti, almeno in Europa) “l’ultimo pregiudizio accettabile”?
“La posta in gioco – concludono i firmatari dell’appello ospitato da Le Figaro – è l’uguale garanzia delle libertà fondamentali di pensiero e di credo in Europa. Ma è anche, nella colpevole indifferenza dei poteri pubblici, il mantenimento del legame con ciò che ha fondato la stessa cultura europea, dal monachesimo delle origini alle dodici stelle della sua bandiera. E, con esso, la perpetuazione di un elemento essenziale della nostra civiltà”.
Pertanto “la Commissione (europea) deve compiere questo passo (la nomina di un responsabile contro i crimini anticristiani) per confermare il suo impegno a favore di un’uguale libertà di coscienza per tutti. Non possiamo più rendere omaggio solo a parole all’idea che tutti i credenti beneficiano della stessa protezione europea”.