Mentre il Regno Unito celebra il suo primo ministro indù, a quasi 8.000 km di distanza, in India, dove vive la maggior parte degli indù del mondo, “i cristiani vengono perseguitati, assaliti e anche uccisi per la loro fede”.
È quanto denuncia il giornalista Sunny Peter, intervistato dal Premier Christianity, il principale giornale cristiano del Regno Unito.
Sunny Peter ci ricorda quanto è accaduto a due suore appartenenti alla Congregazione del Sacro Cuore della Provincia di Delhi, che stavano accompagnando in treno due postulanti di 19 anni a casa per Pasqua.
In viaggio dalla capitale indiana allo stato orientale dell’Odisha, un gruppo di passeggeri indù radicali, tutti maschi, si è avvicinato alle suore, accusandole di promuovere la conversione religiosa, un’accusa che i missionari cristiani in India hanno affrontato per diversi decenni.
Quando il treno ha raggiunto la stazione ferroviaria di Jhansi, nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, la polizia stava già aspettando.
Ma invece di fermare la folla, hanno costretto le quattro donne a scendere e le hanno interrogate. A loro si unì presto un gruppo di 150 radicali indù che gridavano slogan.
Le suore terrorizzate sono state successivamente rilasciate, ma solo dopo che alti funzionari avevano confermato che le postulanti erano cristiane di nascita e non si erano convertite dall’induismo.
Il fatto è che gli ultimi due anni sono stati particolarmente preoccupanti per le minoranze cristiane in India, sono stati registrati 505 attacchi ai cristiani soltanto nel 2021.
Secondo lo United Christian Forum, una ONG che patrocina i diritti dei cristiani in India, soltanto nei primi sette mesi del 2022 ci sono stati 302 attacchi ai cristiani in questo paese.
I dati mostrano che lo Stato dell’Uttar Pradesh ha assistito a oltre 80 incidenti di questo tipo, seguito dallo stato centrale del Chhattisgarh, che ha riportato 60 casi.
Gli osservatori ritengono che i numeri effettivi potrebbero essere molto più alti, poiché molti attacchi non vengono denunciati per paura di rappresaglie.
Le vittime di questi attacchi, in particolare nelle aree semi urbane e rurali, vivono in una crescente paura e insicurezza, denuncia Padre Cedric Prakash, un sacerdote gesuita: “Quando questi attacchi sono in aree remote, le vittime non hanno possibilità di ottenere giustizia”.
Padre Prakash denuncia, inoltre, il fatto che i missionari cristiani sono “guardati con sospetto” dalla comunità a maggioranza indù a causa delle cosiddette accuse di proselitismo.
Comunque, “i veri cristiani che abbracciano Gesù e la Croce hanno sempre approfondito la loro fede e ne sono usciti più forti dalla persecuzione. Non c’è dubbio su questo”, dice padre Cedric.
Ma nel frattempo, la vita di ogni giorno dei cristiani è molto difficile.
Anche le Missionarie della Carità, di Madre Teresa, sono state oggetto di ripetuti attacchi. Hanno affrontato le cosiddette accuse di “proselitismo” da parte dei media e delle agenzie governative.
Nel dicembre 2021, la polizia del Gujarat ha intentato una causa contro uno dei loro orfanotrofi sostenendo che le ragazze dell’istituto erano state costrette a leggere la Bibbia e a partecipare alle preghiere cristiane con l’intenzione di “guidarle” verso il cristianesimo.
La polizia ha subito avviato un’indagine, per poi ritirare le accuse, non avendo trovato prove.
Al tempo stesso, il governo indiano aveva deciso di sospendere il registro presso il FCRA (il cosiddetto Foreign Contribution Regulation Act, un requisito legale indispensabile per ricevere donazioni straniere in India) delle Missionarie della Carità, che ha provocato una protesta generale in India (il registro delle suore di Madre Teresa presso il FCRA è stato poi successivamente ripristinato).
Tuttavia, come sottolinea l’arcivescovo di Calcutta, Mons. Joseph D’Souza al Premier Christianity, ci sono migliaia di altre organizzazioni senza scopo di lucro che rimangono nel limbo a causa delle decisioni del governo sulle approvazioni dell’FCRA.
Il giornalista Sunny Peters, in questa sua testimonianza al Premier Christianity, si domanda: “Considerando la fenomenale ascesa del nazionalismo indù nel suo panorama politico, l’India rimarrà una democrazia? E il cristianesimo, presente in questo Paese da millenni, sarà ancora tollerato?”
Bisogna non dimenticare che il cristianesimo in India è arrivato da già due millenni, quando l’apostolo Tommaso sbarcò sulle sue coste nello stato meridionale del Kerala nel 52 DC.
I missionari cristiani, sia occidentali che indiani, da allora sono stati parte integrante della nazione, contribuendo al suo progresso sociale, culturale, politico ed economico. Molti prestano servizio tra i più poveri dell’India.
È chiaro che di persecuzione si continua a morire. Non soltanto in India, ma anche nel Pakistan, in Cina, nella Corea del Sud, in Iraq, in Iran…
E quando si riesce a sopravvivere, si vive molto male. Eppure, l’informazione ufficiale tace molti episodi e l’Europa e il mondo resta alla finestra, a guardare questo strazio.
Questo Osservatorio intende colmare questo vuoto informativo. Operiamo affinché cresca la consapevolezza di questo dramma.