La denuncia è stata resa pubblica dall’avvocato Tehmina Ahora, responsabile legale dell’Alliance Defending Freedom – l’agenzia americana di difesa dei cristiani perseguitati – in New Dehli, India, e pubblicata da Premier Christianity del Regno Unito.
Come vedrai, i fatti sono gravi e purtroppo raramente fra le prime pagine dei nostri quotidiani.
Ecco cosa c’è in ballo.
Nonostante i matrimoni precoci con le cosiddette spose-bambine siano illegali in Pakistan, ogni anno più di 1.000 ragazze – buona parte delle quali cristiane – vengono rapite e costrette a “convertirsi” all’Islam per poi “sposare” uomini molti più anziani.
L’avvocato Arona afferma “che sono i cristiani a dover prendere l’avanguardia nell’esigere la protezione legale delle ragazze minorenni che appartengono alle minoranze religiose”.
“Ogni bambina, continua Arona, deve vivere la sua adolescenza senza paura e senza rischio. Eppure, tante sono private di questo diritto. Ogni anno, nel solo Pakistan, 1.000 ragazze – in genere tra i 12 e i 15 anni di età – vengono rapite dalle loro comunità di minoranze religiose e sposate forzatamente”.
“Nel silenzio, questa realtà è vissuta da altre migliaia di ragazze in tutta l’Asia meridionale. Le ragazze di tutta questa regione vengono rapite dalle loro case e dai loro villaggi per essere sposate con la forza e quindi “convertite” dalla loro fede”.
“Sebbene sia un problema che riguarda tutte le comunità, le ragazze cristiane sono le principali vittime, forzate a convertirsi all’Islam.”
Malgrado il fatto che il Pakistan ha ratificato le convenzioni internazionali che vietano espressamente i matrimoni delle bambine-spose, il fenomeno continua in tutto il paese.
Le storie di tante di queste tragedie si svolgono con la stessa trama ed è saputa da tutti:
– una bambina-sposa viene rapita e poi sposata a forza con il suo rapitore, o con terzi, nell’ambito di un processo di conversione;
– in seguito, anche se la famiglia della vittima presenta una denuncia alla stazione di polizia locale, troppo spesso incontra l’ostilità delle autorità o il rifiuto di segnalare il caso;
– infine, quando il caso viene segnalato, la polizia generalmente si rifiuta comunque di salvare la ragazza.
Secondo l’avvocato Ahora, “qui è implicito il pensiero che per queste ragazze sarà sempre meglio diventare musulmana”.
“Questa tragica catena di eventi si ripete continuamente, nonostante le chiare disposizioni legali che vietano i matrimoni precoci. Anche i tribunali sono riluttanti a perseguire, in gran parte a causa dei timori della violenza della folla che generano i casi di conversione”.
L’avvocato Ahora racconta un caso fra tanti, la storia di Sadaf.
Nel 2019, questa ragazza cristiana viene rapida mentre tornava a casa dalla scuola e forzata a convertirsi all’Islam e sposare un musulmano.
Sadaf ha sopportato due anni di prigionia in questo matrimonio forzato, malgrado i suoi genitori abbiano combattuto per la sua liberazione.
La polizia e i tribunali hanno coperto il crimine del rapitore con il pretesto che la conversione della ragazza è stata libera.
Durante gli onerosi procedimenti legali, la corte non ha preso in considerazione la vera età di Sadaf, accettando una sua dichiarazione, fatta chiaramente sotto coercizione, in cui dichiarava che già aveva 18 anni.
La corte ha persino ignorato di prendere atto del suo certificato di nascita ufficiale, così come la palese falsificazione sul suo certificato di conversione all’Islam.
Nonostante tutte le prove indicassero il contrario, il sistema ha dato ragione alla narrativa secondo cui Sadaf era già “un’adulta” di 18 anni e “diventata musulmana” di sua volontà.
Comunque, questa storia ha avuto un lieto fine: Sadat è riuscita a scappare ed a tornare a casa. La ragazza ha rivelato comunque di essere stata sottoposta a torture fisiche e mentali:
“Mi malediceva e mi picchiava senza motivo. Mi dava da mangiare solo una volta al giorno e non potevo uscire di casa. (L’aguzzino) ha anche abortito con la forza il mio bambino quando sono rimasta incinta”.
Ma la difficile situazione della famiglia non è finita quando la ragazza è tornata a casa. Oltre alla battaglia legale per riconoscere l’annullamento del “matrimonio”, sono stati costretti a fuggire dalla loro casa.
L’avvocato attesta che in India, “il matrimonio forzato delle bambine-spose, insieme alla conversione forzata, mettono le ragazze ad alto rischio di violenze e abusi e violano i loro diritti umani fondamentali all’istruzione, alla salute e alla libertà di religione”.
“Oltre al fatto che il Pakistan ha firmato e ratificato le convenzioni internazionali che vietano espressamente i matrimoni precoci, la situazione continua come prima”, conclude l’avvocato. Alliance Defending Freedom – Premier Christianity