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Persecuzione contro i cristiani nigeriani!
Le vite dei nigeriani contano?
L’Intersociety, organizzazione no-profit per i diritti umani con sede in Nigeria, denuncia il genocidio dei cristiani che si sta compiendo da oltre dieci anni nel Paese africano.

 

Secondo un rapporto datato 10 aprile 2023, dal 2009, con l’inasprirsi dell’islamizzazione, sono stati 52.250 i cristiani massacrati.

 

Ogni anno che passa, il numero dei martiri aumenta. Nei primi 100 giorni di quest’anno, “non meno di 1.041 cristiani indifesi sono stati colpiti a morte dai jihadisti nigeriani”.

 

In Nigeria ogni due ore un cristiano viene ucciso per la sua fede.

 

La persecuzione viene portata avanti da varie sigle del terrorismo islamista, come Boko Haram. Ma circa il 15-20% delle stragi sono opera delle forze di sicurezza nigeriane, in particolare dell’esercito.

 

Sempre dal 2009, sono state attaccate 18.000 chiese e 2.200 scuole cristiane, molte delle quali distrutte in tutto o in parte, comprese quelle rase al suolo o bruciate.

 

Tutto ciò ha provocato, come ricorda il Gatestone Institute, un esodo di massa dei cristiani nigeriani.

 

“Non meno di 50 milioni di cristiani [la] maggior parte dei quali nel nord della Nigeria stanno affrontando gravi minacce da parte dei jihadisti per essersi professati cristiani; di questi non meno di 14 milioni sono stati sradicati e 8 milioni costretti a fuggire dalle loro case per evitare di essere uccisi a colpi di arma da fuoco. Circa 5 milioni sono stati sfollati e costretti a rifugiarsi in campi per sfollati all’interno della Nigeria e in campi per rifugiati ai confini regionali e subregionali”.

 

Il rapporto di Intersociety chiarisce che lo scopo dei jihadisti è ripulire la Nigeria da ogni tipo di presenza cristiana.

 

“Non meno di 800 comunità cristiane sono state sradicate e sequestrate; molte di esse sono state rinominate e islamizzate dai jihadisti. I jihadisti hanno costretto i cristiani a lasciare in massa le loro case e comunità ancestrali… hanno saccheggiato e stanno ancora saccheggiando centinaia di comunità cristiane…. Case, chiese e insediamenti cristiani sono stati distrutti e sostituiti con moschee e insediamenti musulmani”.

 

Nel 2018, il Forum nazionale degli anziani cristiani della Nigeria ha spiegato qual è la ragione ultima di tutte queste persecuzioni:

 

“La Jihad è stata lanciata in Nigeria dagli islamisti del nord della Nigeria guidati dall’etnia Fulani. Questa Jihad si basa sulla dottrina dell’odio insegnata nelle moschee e nelle madrase islamiche della Nigeria settentrionale e sull’ideologia suprematista dei Fulani. Gli islamisti della Nigeria settentrionale sembrano determinati a trasformare la Nigeria in un sultanato islamico e a sostituire la democrazia liberale con la Sharia come ideologia nazionale”.

 

Il rapporto di Intersociety si chiude avvertendo che, se non si farà nulla, “le chiese o gli edifici ecclesiastici in Nigeria diventeranno gli attuali monumenti ecclesiastici turchi tra cinquant’anni o meno”.

 

Un chiaro riferimento a come l’Asia Minore (l’odierna Turchia), un tempo bastione dell’antica cristianità con chiese ovunque, dopo la sua conquista da parte dei turchi musulmani, sia diventata così profondamente islamizzata che le sue antiche basiliche, come quella di Santa Sofia, ora servono come moschee.

 

Secondo il rapporto di Intersociety, il governo di Muhammadu Buhari, il presidente musulmano della Nigeria che proprio il 29 maggio ha lasciato l’incarico, non ha fatto altro che “proteggere” i “pastori fulani jihadisti”, “al punto che i jihadisti ora invadono a piacimento qualsiasi comunità cristiana e ne massacrano i nativi, appropriandosi delle loro terre e proprietà”.

 

Secondo diversi leader cristiani in Nigeria, il motivo per cui i pastori Fulani, da quando Buhari è diventato presidente nel 2015, sono riusciti a uccidere quasi il doppio dei cristiani rispetto ai terroristi “professionisti” (Boko Haram, ISWA, ecc.), è “perché il presidente Buhari è anche lui di etnia Fulani”, per citare il vescovo nigeriano Matthew Ishaya Audu.

 

Alcuni leader nigeriani, però, vedono nell’ex presidente degli Stati Uniti il male che sta all’origine delle violenze.

 

Femi Fani-Kayode, ex ministro nigeriano della Cultura e del Turismo, il 21 febbraio 2020 ha scritto:

 

“Ciò che Obama, John Kerry e Hilary Clinton hanno fatto alla Nigeria finanziando e sostenendo [l’attuale presidente Muhammadu] Buhari nelle elezioni presidenziali del 2015 e aiutando Boko Haram nel 2014/2015 è stata pura malvagità e il sangue di tutti coloro che sono stati uccisi dall’amministrazione Buhari, dai suoi pastori Fulani e da Boko Haram negli ultimi 5 anni è sulle loro mani”.

 

Non solo. Chiudendo gli occhi davanti a quella che è una vera e propria persecuzione di carattere religioso, volta a far trionfare l’islamismo, il “mainstream” americano continua a descrivere la jihad in Nigeria come un sottoprodotto della “disuguaglianza” e della “povertà.

 

Tuttavia, ha osservato una suora nigeriana, suor Monica Chikwe, “è difficile dire ai cristiani nigeriani che non si tratta di un conflitto religioso, dal momento che quello che vedono sono combattenti Fulani vestiti completamente di nero, che cantano Allahu Akbar! e urlano Morte ai cristiani!”.

 

La risposta peggiore comunque è stata quella dell’amministrazione Biden.

 

Se nel 2020 Trump aveva inserito la Nigeria nell’elenco del Dipartimento di Stato dei Paesi di particolare preoccupazione, l’amministrazione Biden, invece, l’ha rimossa dall’elenco.

 

Quindi, nonostante sia stata dichiarata una jihad di proporzioni genocide contro la popolazione cristiana nigeriana, i media e il governo americani presentano i problemi del Paese in termini puramente economici.

 

Ti ricordi del movimento Black Lives Matter (Le vite dei neri contano)?

 

Ebbene, a quanto pare per i media e i politici mainstream, le vite dei neri – 52.250 finora – non contano.

 

Almeno non quando si tratta di vite di cristiani massacrati dai musulmani.
Raccogliamo più firme possibili!
I dati del Rapporto di ACS, tra gennaio 2021 e dicembre 2022, parlano chiaro. Nel mondo, in un 1 Paese su 3, il diritto alla libertà religiosa non è pienamente rispettato. Vale a dire in 61 nazioni su 196. In totale, quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in nazioni in cui la libertà religiosa è fortemente limitata.

Firma subito la petizione alla presidente Meloni per dimostrarle che siamo in tanti ad avere a cuore il bene di tanti nostri fratelli e sorelle!
Aderisci anche tu