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L'urlo dei cristiani perseguitati arriva in Parlamento!
L’urlo dei cristiani perseguitati arriva in Parlamento!

Nasce l’Intergruppo per aiutarli. Delmastro (FdI): “Porre il problema dei trattati bilaterali con Paesi persecutori”.

 

L’urlo dei cristiani perseguitati arriva in Parlamento. Un urlo che in tanti, in Occidente, fingono di non sentire, troppo affaccendati ad occuparsi di nuovi diritti individuali per difendere il diritto primario d’ogni comunità religiosa ad esprimere la propria fede. Stamattina nella sala stampa della Camera l’on. Andrea Delmastro Delle Vedove, di Fratelli d’Italia, ha lanciato un’iniziativa che ha l’obiettivo di colmare questo vuoto di coscienza occidentale: la creazione di un Gruppo interparlamentare per la libertà religiosa dei cristiani nel mondo.

 

I numeri della persecuzione

 

Come riferisce l’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), a causa di fondamentalismi e nazionalismi, nel pianeta, sono quasi 300milioni i cristiani vittime di persecuzioni. Si tratta della comunità più colpita. E il calvario non accenna a diminuire, anzi. L’associazione statunitense Open Doors rileva che il numero di cristiani uccisi è salito dai 1.207 del 2016 a 3.066 del 2017 e a 4.136 del 2018. Ancora Acs sottolinea che sono trentotto i Paesi in cui si registrano violenze o gravi violazioni della libertà religiosa: in ventuno di questi la persecuzione è considerata “feroce” e in diciassette si registra “solo” una discriminazione. È un quadro desolante, che Delmastro ha snocciolato nel corso della conferenza tracciando quello che è l’obiettivo che si pone il nascente Gruppo interparlamentare che parte da un fondo di 2milioni di euro e che è formato da quarantuno deputati di FdI, Lega, Forza Italia, M5s e Gruppo misto. Soldi che si sommano a quelli previsti da un emendamento alla Manovra presentato da Paolo Formentini (Lega): 2milioni all’anno per il biennio 2019-2020 e 4milioni dal 2021.

 

Gli obiettivi dell’Intergruppo

 

In primo luogo, l’esponente di FdI ha posto l’accento sulla necessità di anteporre la cura per i cristiani perseguitati all’interesse commerciale. “Dobbiamo porci il problema – ha affermato – dei trattati bilaterali che vengono contratti con Paesi nei quali ci sono discriminazioni o persecuzioni di natura religiosa. Dunque – ha proseguito – l’Intergruppo avrà anche il compito di introdurre il tema della libertà religiosa ogni qual volta si stipula un trattato con Paesi stranieri” che perseguitano o discriminano i cristiani. Rispondendo a una domanda di In Terris, Delmastro ha detto che la lista di questi Paesi è quella stilata nel rapporto Acs. Aiutare i cristiani costituisce anche un deterrente ai grandi flussi migratori. Per questo Delmastro ha evocato il “diritto a non emigrare” di ratzingeriana memoria quale bussola delle attività del Gruppo. “Dovremo essere capofila in Europa – ha detto a tal proposito – sul tema del ricollocamento dei cristiani forzatamente espulsi dalla loro terra. Si tratterà – ha aggiunto – di ricostruire la geografia etnica, economia e sociale di un Medio Oriente martoriato”.

 

Cristiani nel Medio Oriente

 

Proprio il Medio Oriente, là dove risiede la culla del Cristianesimo, è la cartina di tornasole della condizione dei cristiani. Lo ha capito negli anni ‘80 l’inviato di guerra Gian Micalessin, presente alla conferenza, autore del libro Fratelli traditi (ed. Cairo, 2018) sulla persecuzione dei cristiani in Siria. Il giornalista ha puntato l’indice verso l’ipocrisia occidentale ricordando come nel 2013, quando sembrava imminente un intervento militare statunitense in Siria, “si condannava il regime di Assad ma quasi si giustificava al-Nusra, costola di al-Qaida”, che intanto assaliva Maloula, antico villaggio cristiano dove si parla l’aramaico. Cancellare i cristiani da quelle terre significa eliminare un mediatore nelle ataviche rivalità interne allo stesso Islam. Ne ha data testimonianza Fouad Abou Nader, medico, ex capo delle Forze libanesi create nel 1976 da Bashir Gemayel, fondatore nel 2012 e presidente della ong Nawraj, associazione che ha lo scopo di preservare e difendere il pluralismo, la diversità, il dialogo e la pace in Libano, Paese considerato un modello di convivenza religiosa al netto delle problematiche interne e delle minacce esterne. Nawraj è una delle associazioni che sostengono l’Intergruppo insieme a Sos Cristiani d’Oriente, Modavi Onlus, Steadfast Onlus e CitizenGo Italia. Federica Celestini (Modavi) ha portato la sua esperienza di impegno in particolare in Palestina, Emmanuele Di Leo (Steadfast) ha garantito che la sua associazione darà “un apporto fattivo per aiutare il legislatore a studiare e elaborare soluzioni di aiuto per i cristiani perseguitati”. Infine Sebastiano Caputo (Sos Cristiani d’Oriente) ha sottolineato come la sua associazione ha l’obiettivo di ricucire il rapporto tra Oriente e Occidente contro la logica dello scontro di civiltà che tanti danni ha prodotto.

 

(Federico Cenci, InTerris, 27/02/2019)
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