Sangue cristiano continua a scorrere nella Repubblica centrafricana dove scontri interreligiosi e attentati si susseguono in un crescendo di violenza incontrollabile.
Sono almeno trenta, secondo fonti di polizia e testimoni riportate da siti e quotidiani online, le vittime di un attentato contro una chiesa alla periferia di Bangui, in un quartiere abitato da cristiani e musulmani.
I fedeli, raccontano i testimoni, erano raccolti nel cortile della Chiesa Nostra Signora di Fatima quando un gruppo di sconosciuti ha cominciato a lanciare granate e a sparare. Sul terreno sono rimaste decine di corpi. Molti anche i feriti. Centinaia di fedeli si erano rifugiati nel compound della chiesa per sfuggire all’ondata di violenze che insanguina le strade di Bangui. Ma non c’è stato scampo.
“Eravamo all’interno della chiesa quando abbiamo sentito sparare fuori – racconta il reverendo Freddy Mboula – e dopo mezzora di fuoco c’erano corpi sparsi ovunque“. La situazione è tesa nella capitale e scontri sono in corso nei pressi del quartiere musulmano “Pk-5”, dove sono state erette barricate. Attentati e scontri a sfondo religioso si sono intensificati nelle ultime settimane. Quindici giorni fa erano state tredici le vittime di sanguinosi combattimenti a Kaga Bandoro fra ribelli fondamentalisti ex Seleka e milizie cristiane anti-balaka, costituite originariamente all’inizio degli anni 90 in funzione di autodifesa dei villaggi. A fine aprile, 22 persone, fra cui tre dipendenti di “Medici senza frontiere”, sono state massacrate in un ospedale nel nord-ovest del Paese, in un attacco di musulmani fondamentalisti.
Un quadro di tensione che aveva spinto il segretario generale dell’Onu, qualche settimana fa, a denunciare che il Paese è sull’orlo del baratro. Nel tentativo di mettere un argine alla violenza, il 10 aprile, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che istituisce la missione di stabilizzazione nella Repubblica centrafricana e autorizza l’invio di diecimila caschi blu a partire dal 15 settembre 2014. La missione rimarrà sul territorio sino al 30 aprile 2015, con possibilità del rinnovo del mandato.