Il 24 marzo la Chiesa italiana celebra la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri, quest’anno giunta alla sua 31esima edizione.
Se ne parla poco, ma nel mondo i missionari continuano ad essere uccisi per il solo fatto di portare il Vangelo ed il messaggio di Gesù Cristo.
Sembra non sia politicamente corretto parlarne. Il mondo occidentale preferisce voltare lo sguardo dall’altra parte e soprattutto non comprende perché mai qualcuno arrivi persino a sacrificare la propria vita per la fede.
L’Osservatorio sulla Cristianofobia, però, non può passare sotto silenzio questa giornata.
Noi vogliamo pregare per i missionari e ricordare quanti, tra di loro, hanno testimoniato Gesù seguendolo sino alla morte.
Il dossier annuale dell’Agenzia Fides (https://www.missioitalia.it/wp-content/uploads/2022/12/Missionari-uccisi-2022_Dossier-Fides.pdf) riporta che nel 2022 sono stati 18 i missionari uccisi nel mondo: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico.
Il numero più elevato di martiri si è avuto in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose). Segue poi l’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi l’Asia, dove è stato ucciso 1 sacerdote.
Tra i martiri ci sono due religiose italiane: si tratta di suor Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti il 25 giugno scorso, e di suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica contro le strutture della missione dove lavorava il 6 settembre 2022. Suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante.
«Entrambe – commenta Giovanni Rocca, attuale segretario nazionale di Missio Giovani – spendevano l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi. La loro testimonianza ci ricorda che persino in quei luoghi dimenticati da tutti e abbandonati alla sorte atroce della sopravvivenza, il Vangelo è più vivo che mai e nutre la forza di andare avanti, nonostante tutto, di crescere e migliorare, di dare un futuro ai propri figli e dignità a chi soffre la miseria».
Ma vogliamo qui ricordare anche alcuni altri testimoni della fede morti durante il 2022, di cui fa menzione padre Giulio Albanese, che nel Vicariato di Roma dirige l’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese.
Pensiamo ad esempio a don Joseph Aketeh Bako, parroco della chiesa di San Giovanni a Kudenda, in Nigeria, sequestrato da uomini armati che avevano assalito la sua canonica, morto mentre era nelle mani dei suoi rapitori, tra il 18 e il 20 aprile scorsi.
O a suor Marie Sylvie Kavuke Vakatsuraki, della Congregazione delle Petites Soeurs de la Présentation de Notre Dame au Temple di Butembo, uccisa insieme ad altri civili, durante un assalto avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre al villaggio di Maboya, nella provincia congolese del Nord Kivu.
Così come a padre Michael Mawelera Samson, dei Missionari d’Africa, originario del Malawi, scomparso il 10 giugno 2022 dal centro giovanile della chiesa di Mbeya, in Tanzania: il suo corpo è stato rinvenuto il giorno successivo sul greto del fiume Meta.
A questi nomi vanno poi aggiunti quelli del nigeriano don Vitus Borogo e dei suoi connazionali don Christopher Odia Ogedegbe e don John Mark Cheitnum, e poi di padre Richard Masivi Kasereka e di don Godefroid Pembele Mandon, entrambi congolesi.
Ricordare questi martiri è importante. Ma non possiamo fermarci a questo.
Farne memoria è solo il primo passo, che ci deve portare a fare qualcosa in più: pregare per quanti operano in terra di missione e soccorrerli nelle loro necessità materiali, che poi sono anche le necessità delle popolazioni di cui si prendono cura.
Ed anche per questa Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri la Fondazione Missio ha preparato un manifesto: quest’anno l’immagine raffigura una chiesa distrutta del Nagorno Karabakh dove, tra la polvere e le macerie, emergono in primo piano i colori accesi e vivaci di un dipinto raffigurante l’Ascensione al Cielo di Gesù Risorto (nella foto, ripresa da missioitalia.it).
Un segnale di speranza. Perché, nonostante tutto il male che c’è nel mondo, Cristo ha già vinto!