Lo ha rivelato il patriarca Gregorios III in visita a Londra.
E’ di martedì mattina il rinvenimento degli ordigni all’interno della Cattedrale di Costantino ed Elena nella cittadina di Yabroud ora in mano alle forse ribelli. Le bombe, con comando a distanza, erano state collocate in un confessionale di una delle chiese più antiche del mondo, in una città siriana che era considerata come l’ultimo baluardo della storica tolleranza religiosa che caratterizzava la Siria dei decenni scorsi. Una cittadina dove cristiani e musulmani sunniti hanno finora resistito agli sforzi da parte dei gruppi ribelli di al- Qaeda di porli uno contro l’altro.
Il Patriarca melchita greco-cattolico Gregorios III ,79 anni, il più anziano leader cristiano in Siria, secondo quanto riferisce il Telegraph, ne ha dato notizia ieri a Londra dove si trova per partecipare, presso la Camera dei Lord, ad un incontro organizzato dall’Aiuto alla Chiesa che Soffre – un’organizzazione umanitaria cattolica che sostiene i cristiani perseguitati nel mondo – in occasione della pubblicazione di un nuovo Rapporto.
Gregorios ha anche aggiunto che in caso di vittoria dei ribelli nella guerra civile che scuote da 2 anni il Paese, la vita per i cristiani potrebbe diventare ancora più difficile a causa degli elementi islamisti intransigenti nelle file anti-governative e “gli estremisti sono contro anche la normale opposizione ribelle “.
“Questo potrebbe rivelarsi un problema per i musulmani e cristiani. Non ho paura dell’Islam, ma temo il caos, che consentirà a questi gruppi di svolgere un ruolo che tenderà a distruggere la Siria”. Secondo quanto dichiarato dal patriarca al Catholic Herald, quasi mezzo milione di cristiani siriani sono stati costretti a fuggire dalle loro case dall’inizio della guerra civile: praticamente 1/3 dei cristiani possono ora considerarsi dei rifugiati, spesso considerati di aver collaborato con il regime del presidente Assad.
“Ma non è vero – dice il patriarca – sono solo cittadini siriani, e preghiamo per tutti. E, anche se fossimo dalla parte del regime, sarebbe un nostro diritto come persone libere”.
Ma la guerra civile non ha risparmiato nessuno e finora, dice Gregorios, sono centinaia di migliaia le persone sfollate durante i combattimenti negli ultimi due anni, con circa 1.000 morti, più fra i musulmani che fra i cristiani, che costituiscono una minoranza.
Nonostante i timori di una presa di potere islamista , una volta caduto il regime di Assad, il patriarca ritiene che la comunità cristiana continuerà a rimanere neutrale e che la riconciliazione sia l’unica via percorribile: “Sono disposto a dare la mia vita”, ha dichiarato. Poi una battuta al Catholic Herlad: “se entrambe le parti sono disposte ad andare fino in fondo, dovremmo aspettarci un “happy end”, una conclusione migliore” affermando altresì di ritenere che le preghiere di papa Francesco per la pace hanno certamente contribuito a fermare le potenze occidentali dal bombardare Damasco.
Il nuovo Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre, rivela che la persecuzione dei cristiani sta peggiorando in tutto il mondo, soprattutto in paesi a maggioranza islamica e alcuni stati marxisti autoritari.
John Pontifex , uno degli autori del rapporto, ha dichiarato: “La principale conclusione della relazione è che in due terzi dei paesi dove la persecuzione dei cristiani è più grave, la situazione è andata peggiorando, tanto che è in gioco la stessa sopravvivenza della Chiesa in alcune parti del mondo, in particolare il Medio Oriente”.