Sullo sfondo della guerra in Ucraina – per la quale questo Osservatorio organizza in questo momento una campagna per inviare alle vittime del conflitto materiali e oggetti religiosi – la persecuzione ai cristiani in altre parte del mondo continua.
Infatti, il 2022 si sta confermando come la naturale evoluzione del 2021: catastrofico ed impietoso.
Condivido con te qualche aggiornamento riguardo la situazione di persecuzione nella quale vivono i cristiani. Sono notizie che sconvolgono anche me, purtroppo ci sono abituato, seguendo giorno dopo giorno la situazione dei cristiani perseguitati nel mondo.
Ad esempio:
Nel Sudan, dopo essersi convertita al Cristianesimo, una coppia sposata di cristiani è attualmente sotto processo penale.
Nada e Hamouda erano entrambi musulmani quando si sono sposati nel 2016.
Nel 2018 Hamouda si è convertito al Cristianesimo, e come risultato diretto della sua conversione, un tribunale della Sharia ha annullato il loro matrimonio. E così Nada e i due figli della coppia sono andati a vivere con la sua famiglia.
Nel 2021, anche Nada si è convertita al cristianesimo e così è tornata a casa dal marito con i figli.
Se giudicati colpevoli, Nada e Hamouda potrebbero essere puniti con 100 frustate ciascuno. Hamouda rischia inoltre un anno di espatrio e non potrebbe rimanere in Sudan. Il 31 marzo si terrà un’udienza sul loro caso.
Solo il 4,4% della popolazione sudanese di 44,6 milioni è cristiana. Secondo Open Doors, agenzia americana che porta soccorso ai cristiani perseguitati, le donne e le ragazze cristiane in Sudan, in particolare le convertite, sono vulnerabili a stupri, matrimoni forzati e violenze domestiche a causa della loro fede. Ai convertiti è anche negata l’eredità e, se sono già sposati, divorziati dai mariti. ADF International
Cuba. Un rapporto pubblicato da Christian Solidarity Worldwide (CSW) sulla libertà di religione ha rilevato che a Cuba i numeri di casi di violazione del diritto di praticare la fede è aumentato nel 2021, in mezzo a una repressione di disordini civili senza precedenti.
Il rapporto intitolato “Patria, fede, vita: un appello alla libertà a Cuba” documenta 272 casi che hanno comportato 498 violazioni della libertà di religione nel 2021, un aumento rispetto a 203 casi nel 2020 e 260 nel 2019.
Le violazioni includono il diniego dei visti religiosi, la detenzione arbitraria, le minacce, le molestie e gli abusi fisici, la chiusura forzata dei luoghi di culto, il non permesso alla partecipazione alle funzioni religiose e agli spostamenti all’estero e la perdita del posto di lavoro.
Anna Lee, del Christian Solidarity Worldwide, ha dichiarato: “La situazione dei gruppi religiosi a Cuba è diventata ancora più preoccupante nel 2021. Anche se il Paese continua a lottare contro gli effetti della pandemia di Covid-19 e la cronica carenza di beni essenziali, il Partito Comunista Cubano sembra deciso a inasprire le restrizioni ai diritti del suo popolo e a schiacciare ogni forma di dissenso.” Christian News
In Afghanistan, “i talebani potrebbero perdonare i membri dell’ex governo o le persone che hanno lavorato con le forze occidentali. Ma non perdoneranno mai i cristiani”, dice un cristiano afgano di nome Obed.
The Voice of the Martyrs, sezione Canada, ha recentemente parlato con lui della situazione nel paese. Dice: “I cristiani sono effettivamente sfollati. Conosco persone che vivevano al sud e ora vivono al nord. Ciò significa che hanno perso il lavoro e molto altro ancora”.
Obed continua: “Loro hanno anche perso la casa. Ora stanno affittando un posto. E hanno perso i loro affari e tutto il resto. Molti cristiani hanno già lasciato il Paese”.
In Afghanistan, il 30% della popolazione, circa 23 milioni di persone, ha bisogno di assistenza. Le associazioni umanitarie ora temono che la crisi attuale ucciderà più afgani dei precedenti 20 anni di guerra.
Nonostante tutte queste difficoltà, i cristiani afgani rimangono gioiosi. Obed racconta che i cristiani “chiedono di pregare per loro. Queste cose sono normali per i cristiani. Siamo di fronte alla persecuzione, ma va bene. Gesù è con noi”. Mission Network News
In Uganda, tutta una famiglia è stata spruzzata di acido per aver lasciato l’Islam.
Sconvolti per le loro conversioni al Cristianesimo, musulmani in un’area dell’Uganda orientale hanno spruzzato acido su tutta una famiglia appena convertita.
Nel villaggio di Intonko, nel distretto di Namutumba, i parenti musulmani hanno spruzzato acido su Juma Waiswa, 38 anni, sulla moglie Nasimu Naigaga, 32 anni, e sulla figlia di 13 anni, Amina Nagudi, dopo la loro conversione al Cristianesimo il mese precedente.
Quando i loro parenti hanno appreso delle loro conversioni, l’8 marzo, li hanno chiamati a un incontro con altri membri del clan.
“Durante l’incontro abbiamo confermato che ci eravamo convertiti al Cristianesimo. Ci hanno detto di rinunciare a Gesù, ma siamo rimasti fedeli alla fede”, ha detto Waiswa al Morning Star News.
“Quando abbiamo rifiutato, mio padre, Arajabu, ha recitato alcuni versetti coranici, e dopo hanno iniziato a picchiarci con forza con i bastoni come prescritto nel Corano, sostenendo che eravamo apostati”, ha raccontato ancora Waiswa.
“Dato che ciò non bastava, mio padre è entrato nella stanza, ha preso una bottiglia di acido e ha iniziato a spruzzarcela addosso mentre il gruppo ha iniziato a gridare: ‘Allah Akbar [Dio è più grande], meriti la morte, ci ha rinnegati”.
Il 9 marzo, mentre i tre stavano ricevendo cure ospedaliere, la loro casa è stata data alle fiamme. I tre sono ancora ricoverati in ospedale.
La costituzione dell’Uganda e altre leggi prevedono la libertà religiosa, compreso il diritto di propagare la propria fede e di convertirsi al Cristianesimo. I musulmani costituiscono non più del 12 per cento della popolazione dell’Uganda, con alte concentrazioni nelle aree orientali del Paese. Morning Star News
Francia: Ma la persecuzione contro coloro che si convertono al Cristianesimo imperversa anche in Europa, in Francia specialmente.
È già un dato di fatto che la legge islamica, la Sharia, viene applicata in alcuni quartieri francesi. Secondo questa legge, ad esempio, una musulmana non può sposare un cristiano, un musulmano che si converte al Cristianesimo deve essere condannato a morte, i colpevoli del peccato di adulterio devono essere lapidati.
In effetti, la Sharia si basa su una triplice disuguaglianza: disuguaglianza tra uomo e donna, disuguaglianza tra musulmani e non musulmani e disuguaglianza tra un uomo libero e un uomo schiavo.
Già l’anno scorso, l’European Centre for Law and Justice, con sede a Strasbourg, ha pubblicato un rapporto schiacciante sulla persecuzione subita in Francia da persone di origine musulmana che si convertono al Cristianesimo.
Da questo rapporto risulta che la stragrande maggioranza delle persone che lasciano l’Islam per unirsi al Cristianesimo subiscono persecuzioni familiari e comunitarie.
Che il convertito sia un uomo o una donna, giovane o anziano, celibe o sposato, ai cristiani viene impedito di vivere la loro fede liberamente, vivendo nel segreto e nella paura, conducendo spesso una doppia vita.
La conversione, che implica la cosiddetta apostasia dall’Islam, è costantemente vista dalla comunità musulmana come una forma di tradimento, che giustifica ritorsioni.
Nonostante la Carta dei Principi per l’Islam in Francia condanni tali atti, la persecuzione ai convertiti assume varie forme e intensità graduali.
I più comuni sono il disprezzo, l’aggressione verbale o fisica, le minacce che arrivano fino alle molestie. Tutto per incoraggiare il convertito al Cristianesimo a tornare all’Islam.
Questa persecuzione è specialmente maggiore tra le donne e le ragazze, a causa di un cosiddetto disonore e obbrobrio che infliggerebbero alle loro famiglie.
Di fronte a minacce molto presenti nelle periferie islamizzate e sui social network, spostarsi o scappare è spesso l’unica soluzione per il convertito per sfuggire alla violenza e alla persecuzione. European Centre for Law and Justice and Avenir de la Culture
È chiaro che di persecuzione si muore. Fisicamente. E se non fisicamente, si vive molto male. Eppure, l’informazione ufficiale tace molti episodi e l’Unione Europea resta alla finestra, a guardare questo strazio.