Giorgia Meloni ieri è intervenuta a difesa della libertà religiosa.
L’occasione le è stata offerta dalla presentazione del Rapporto 2023 sulla libertà religiosa nel mondo, presentato dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).
“Tacere sulla negazione della libertà religiosa equivale a esserne complici. Noi non intendiamo farlo”, ha detto in un videomessaggio il presidente del Consiglio.
“È dovere di tutti – ha continuato – difendere la libertà religiosa, ma per portare avanti questo impegno è necessario conoscere dati e numeri, capire in profondità lo scenario nel quale muoversi, avere negli occhi e nel cuore le storie di chi subisce soprusi, persecuzioni, violenze”.
E ha aggiunto che “la libertà religiosa non è un diritto di serie B, non è una libertà che viene dopo altre o che può essere addirittura dimenticata a beneficio di sedicenti nuove libertà o diritti”.
Incoraggiati da queste parole, abbiamo pensato di inviare una petizione alla Meloni per darle il pieno sostegno dell’Osservatorio sulla Cristianofobia e per incoraggiarla ad attivarsi per porre fine alla persecuzione dei cristiani nel mondo.
Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Ti chiediamo quindi di firmare subito qui la petizione alla presidente Meloni. Per dimostrarle anche che siamo in tanti ad avere a cuore questo tema. Ad avere a cuore il bene di tanti nostri fratelli e di tante nostre sorelle nella fede.
I dati del Rapporto di ACS, che copre il periodo compreso tra gennaio 2021 e dicembre 2022, parlano chiaro.
Nel mondo, in un 1 Paese su 3, il diritto alla libertà religiosa non è pienamente rispettato. Vale a dire in 61 nazioni su 196. In totale, quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in nazioni in cui la libertà religiosa è fortemente limitata.
Il comunicato diffuso da ACS spiega “che le comunità religiose minoritarie si trovano in una situazione sempre più drammatica; in alcuni casi sono a rischio estinzione a causa di una combinazione di azioni terroristiche, attacchi al patrimonio culturale e misure più subdole come la proliferazione delle leggi anti-conversione, la manipolazione delle regole elettorali e le restrizioni finanziarie. Ci sono tuttavia anche casi di comunità religiose maggioritarie perseguitate, come in Nicaragua e Nigeria”.
I più colpiti e vessati sono ovviamente i cristiani: oltre 307 milioni di fedeli.
E il tutto avviene generalmente nel silenzio della comunità internazionale, specialmente “nei confronti di regimi ritenuti strategicamente importanti per l’Occidente, come Cina e India, che non subiscono sanzioni internazionali o altre conseguenze per le loro violazioni della libertà religiosa. Lo stesso vale per Paesi come la Nigeria e il Pakistan”.
“Un esempio di questi regimi oppressivi – secondo il Rapporto di ACS – è il Nicaragua, che per la prima volta è stato inserito nell’elenco dei Paesi con i più alti livelli di violazioni”.
Il continente più violento è l’Africa, “con un aumento degli attacchi jihadisti che rende ancora più allarmante la situazione della libertà religiosa. Quasi la metà dei “Paesi caldi” presenti nel planisfero del Rapporto, cioè 13 su 28, sono in Africa”.
Passando all’Asia, “Cina e Corea del Nord rimangono i due Paesi asiatici con il peggior record di violazioni dei diritti umani, inclusa la libertà religiosa. Lo Stato vi esercita un controllo totalitario attraverso la sorveglianza e misure estreme di repressione contro la popolazione”.
Ma il Rapporto ACS “presta molta attenzione anche all’India, dove i livelli di persecuzione sono in aumento, attraverso l’imposizione di un pericoloso nazionalismo etnico-religioso, particolarmente dannoso per le minoranze religiose”.
C’è poi il Pakistan, “dove giovani cristiane e indù vengono spesso rapite e sottoposte a matrimoni forzati”.
Ecco perché la tua firma alla petizione è importante: dobbiamo darci da fare, subito, per porre fine a queste violenze!
I problemi però ci sono anche nel nostro mondo libero. Nell’Occidente un tempo culla della Cristianità.
Il Rapporto di ACS denuncia infatti “i crescenti limiti alla libertà di pensiero, coscienza e religione nei Paesi che appartengono all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Negli ultimi due anni, nei confronti di coloro che vogliono esprimere e vivere apertamente la propria fede, l’Occidente è passato da un clima di ‘persecuzione educata’ a una diffusa ‘cultura dell’annullamento’ e al ‘discorso forzato’, caratterizzato da forti pressioni sociali per indurre a conformarsi alle correnti ideologiche di tendenza”.
A tal proposito la Meloni, nel suddetto videomessaggio, si è detta pienamente d’accordo con il Papa. “Papa Francesco – ha spiegato la presidente del Consiglio – ci ha ammonito dal pericolo di una persecuzione educata, travestita di cultura, modernità e progresso, che in nome di un malinteso concetto di inclusione limita la possibilità dei credenti di esprimere le proprie convinzioni nell’ambito della vita sociale”.
Tuttavia, ha proseguito il capo del Governo, “non dobbiamo ovviamente dimenticare il primo tipo di persecuzione, quello materiale che affligge numerose Nazioni nel mondo, una realtà sulla quale dobbiamo aprire gli occhi e agire subito, senza perdere ulteriore tempo. È quello che il governo intende fare e che ha iniziato a fare, a partire dal bando da oltre 10 milioni di euro per finanziare interventi a favore delle minoranze cristiane perseguitate, dalla Siria all’Iraq, dalla Nigeria al Pakistan. Un primo passo al quale ne seguiranno molti altri”.
Ecco, noi, insieme a tanti altri nostri amici, vogliamo proprio incoraggiare il Governo italiano a fare con decisione molti altri passi per porre fine alle persecuzioni e alle discriminazioni dei cristiani nel mondo, compresa ovviamente l’Europa.
Per questo ti chiediamo di firmare subito la petizione rivolta a Giorgia Meloni che ha proprio questo scopo: sostenerla e farle capire che in tanti chiediamo un’azione incisiva dell’Italia contro la cristianofobia.