Le autorità vietnamite hanno impedito al critico letterario Nguyên Hoang Duc, testimone di primo piano nel processo di beatificazione del card. François-Xavier Nguyên Van Thuân, di salire sull’aereo con destinazione Roma.
L’ex funzionario dell’Ufficio per gli affari religiosi e della sicurezza pubblica era atteso il 5 luglio scorso in Vaticano per la cerimonia di chiusura dell’inchiesta diocesana, in vista della beatificazione del porporato vietnamita; tuttavia, a dispetto dell’invito ufficiale, egli è stato bloccato dai funzionari della Pubblica sicurezza. Fra le ragioni, la contrarietà di Hanoi verso l’intero processo di beatificazione.
Secondo il racconto dell’uomo, affidato alla sezione in lingua vietnamita di Radio Free Asia (Rfa), la sera del 2 luglio Nguyên Hoang Duc si è presentato all’aeroporto Nôi Bai di Hanoi. Egli ha presentato il biglietto al gate della compagnia Thai con la quale avrebbe dovuto viaggiare in direzione dell’Italia. Tuttavia, in risposta gli viene comunicato di presentarsi negli uffici della Pubblica sicurezza dello scalo.
Un funzionario comunica al critico e intellettuale vietnamita che “non è autorizzato” a lasciare il Paese, senza peraltro specificare le motivazioni alla base del rifiuto. L’agente aggiunge solo che sta “eseguendo gli ordini”. Dopo vari colloqui e discussioni, egli è riuscito a instaurare una sorta di procedimento verbale, nel quale è stato “espressamente indicato” il rifiuto all’espatrio imposto dalle autorità.
Fra le motivazioni alla base dell’intervento della polizia di frontiera, il “disaccordo” del governo comunista con la canonizzazione del cardinale, il quale nella sua lunga e travagliata vita ha trascorso 13 anni nelle carceri del regime. Essa mette infatti in evidenza il “prolungato soggiorno” di un alto prelato nelle prigioni governative. Seguono poi altre ragioni più legate alla “personalità” del critico letterario, ex funzionario del governo, oggi scrittore indipendente e spesso critico verso l’autorità.
Oggi Nguyên Hoang Duc è conosciuto e apprezzato per l’opera letteraria, ma la sua vita è strettamente legata a quella del card. Van Thuân, dal cui incontro è nato anche il desiderio di convertirsi.
Secondo l’ex funzionario, “affascinato” dalla personalità del porporato, sono tre i “miracoli” di cui ha beneficato nell’incontro col cardinale: la conversione alla fede cristiana, la guarigione da una malattia, la rivelazione di un avvenimento futuro. E proprio il cammino di conversione al cattolicesimo e il successivo battesimo sono raccontanti in un testo intitolato “Cammino di fede, con l’intermediazione di François-Xavier Nguyên Van Thuân”. Una narrazione che ha contribuito alla beatificazione del porporato vietnamita, che le autorità di Hanoi vogliono invece ostacolare.